ostello del pensiero

31-03-09

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la psicoanalisi è il laico
opere di Ettore Gramaglia
il colloquio

 

 

DIALOGHI             L'ANIMA SVELATA        PSICOANALISI DOVE

DIALOGHI

Tra gli scaffali dell’ostello

 

Cornici, ferri battuti e da battere, cianfrusaglie, bottiglie con polvere tra i mattoni e la terra, in quelle cantine dove nonna Caterina si riparava, insieme agli inquilini, dalle bombe che sganciavano  gl’inglesi quando nella seconda guerra mondiale cercavano di colpire le artiglierie nemiche.  Oggi è casa Zaccaria.

L’odore di carta con quel po’ d’umidità  della terra per tenere il buono vino, almeno così qui crediamo: e solamente di queste cose sono intrise le nostre credenze.

Noi non crediamo, o crediamo altro, ed ascoltiamo ogni giorno che la psicoanalisi è un movimento di pensiero che muove e lavora da una credenza in un Dio o Più, ad una credenza in io (Io, Es, Super-Io) con altri.

La psicoanalisi non può che avviare i suoi passi (operare e partire) da un terreno di credenza.

La lotta,  davvero la guerra,  non va portata alle credenze in quanto tali - qui l’uso della ragionevolezza è più che sufficiente, ma contro le artiglierie clericali.  Anche se ciò appare ridicolo data la dismisura delle forze in campo: è il nostro lavoro quotidiano, e con un inconscio sano si può!

 Il lavoro importante di casa Zaccaria - attorno alla quale si gioca un piccolo pezzo di futuro della psicoanalisi italiana -  sta  nel lavorare per creare le condizioni di spazio affinché passi il concetto di norma soggettiva accompagnata da un secondo giudizio (sociale) che all’ostello individuiamo  e proponiamo nel concetto di laico. Ciascuno è figlio.

 Il progetto di casa Zaccaria - la casa del figlio - è rifondare sulla norma del soggetto la ragione dei propri sentimenti, paure, incertezze, per riscoprire la forza della fondatezza del proprio desiderio sereno, gaio e pacifico di bimbo nella propria storia di individuo che si consegna a se stesso per mettersi in atto nella convenienza e nella soddisfazione di un rapporto di scambio con/nel sociale.

 Tra gli scaffali dell’ostello troviamo anche la questione della laicità: filo molto importante da tenere a galla.  Ci siamo già occupati del versante laico psicoanalitico con le cortesie per gli ospiti (1997), un quaderno che tratta dei guai che lo psicoanalista non laico va incontro. Ma tutto il versante sociale è da sostenere e da comprendere.

Il secolo delle ideologie da cui siamo usciti, il '900, ci ha insegnato che la laicità non si contrappone alla religione, bensì a qualsiasi pretesa confessionale o ideologica di monopolizzare l'etica pubblica, negando pari dignità morale ad altre visioni etiche della vita. Il diritto deve limitarsi a un minimo etico all'interno della società. Ciò non vuol dire indifferenza a principi e valori, ma rinunciare all'uso autoritario del diritto, individuare i suoi limiti e la dimensione propria dell'etica.

L’Italia dell’artiglieria fascista non  era uno stato laico: sono in troppi ancora oggi a pensare che uno stato sia laico solo quando non si fonda su una confessione religiosa;  ebbene  questo pensiero è sbagliato!

Laico è lo stato che non assume per legge alcuna visione etica, o comunque la meno elevata possibile rispetto alle ideologie. E certamente non su temi come la famiglia, il sesso, o la scienza, e in generale non attribuisce alle leggi, al diritto positivo, alcuna funzione "educativa". Pretese etiche o educative del diritto vanno respinte, provengano esse dalla Chiesa, dai partiti, o da qualsiasi normale istituzione che esprima la sua etica "buona", psicoanalisi compresa.

 Tra gli appunti odorosi degli scaffali  individuo alcuni passaggi  ed alcune evidenze:  dove il pericolo del nodo antropologico e della sua tragedia del secolo scorso sta nel tentativo di  rifondare il sociale laico-etico sui miti biblici attraverso una morale privata e pubblica anche libera dalla promessa dell’aldilà, ma nell’offrirsi -fin dalla metà del secolo precedente- come antidepressivo, toccasana tautologico e autoreferenziale, non più magari viatico in attesa della resurrezione della carne, ma codice fondativo di una dottrina sociale che penetra fin dentro il singolo attraverso la storia della comunità che ne succhia l’individualità e lo inscrive a forza nella storia come fine di sé stesso, poi con un tratto di penna cancella la storia per farne mito e consegna la massa del cresciuto cretino allo stadio del Biscardo moltiplicandolo per far numero e consenso partecipativo al farsi mezzo in favore del Dio Pallone o altro Midia del sarai famoso, o della divinità di quella comunità attraverso la somministrazione della pastiglia: “Era destino!”.

Per esempio la sostituzione di una religione con un’altra è tipica della modalità junghiana.

Le tecniche orientali di meditazione, come le psicologie correnti oggi in università,  aprono ampi spazi ad un sociale moderno attento solo a risolvere subito  mediaticamente qualsiasi problema: il farmaco + mito diventa la formula più facile da spacciare per una credenza non da transfert psicoanalitico.

Ciò vuol dire che è molto più facile trasferire e spostare su terreni di credenza semplici ed a buon mercato la maggior parte delle persone.

Buoni pensieri.

 

 

 

                    


 

L'ANIMA SVELATA

Il nostro pensiero è la nostra anima.

 Alcuna anime curiose si sono già recate all’Ostello dell’anima accolte e salutate dalla musica di Fabrizio De André di Anime  Salve: mille anni al mondo mille ancora / che bell’inganno sei anima mia / e che grande il  mio tempo / che bella compagnia.

La serata spesso prova a svelare un  po'  del  bell'inganno a partire dalla difesa del proprio  diritto di tentare di somigliare a se stessi.

Lentamente il viandante viene rassicurato che può trovare la propria anima quando proverà ad abbandonare i modelli che gli  vengono proposti, affidando a se stesso la ricerca costante dell’espressione della forma, qualunque essa sia.

Infatti non si può sapere cosa si pensa, si può solo dire  o non dire ciò che è stato pensato. E va bene così!

Il viaggio in un sapere un po’ diverso di solito  incomincia sotto l’egida del pensiero di Freud, che come il buon Virgilio è lieto riaccompagnarci là dove qualcuno  ormai lo suo piacer prese per duce, ma non necessariamente.

 Attorno a questo motivo il viandante fa suoi primi passi all’Ostello dell’anima  accolto nella sua storia.

 Sorto per segnalare che la salute psichica del soggetto è da ricercare nella propria forma espressiva per potersi soddisfare attraverso lo scambio con l’altro, l’Ostello scova nella vita quotidiana e nelle pieghe dell’ordinario il senso di un sapere generatore, lontano dalle Università e dalle Accademie.

 Le tracce del lavoro sono in molti luoghi: nella cura della nostra scrittura, dove le maiuscole e gli ideali non sono ben accolti. Nella cura dei mobili della cantina, dove una bicicletta in legno fa bella mostra di sé. Si può rintracciarne tracce nella paziente cura  della favolosa traversata nella storia del libro, così come nella ricerca geniale dell’arte figurativa che diventa il  motivo di interesse di vita.

 E’ la tolleranza e il rispetto per il pensiero dell’altro che la fanno da padroni al Laboratorio di Formazione e Lettura Psicanalitica – questa è la forma con le maiuscole dell’ostello, dove lo psicanalista  conduce i dialoghi in un'atmosfera attenta  ed interessata.

 All'ostello vengono visitati i luoghi del sapere con animo vergine. Le belle anime si possono accorgere, sfogliando la Bibbia, di Noè  ubriaco, o degli incesti del figlio del re Davide con la sorella, e di Lot con le sue figlie, o delle scopate con Tamara.

Scorrendo la storia del libro ci sorprenderemo  dei tanti secoli trascorsi senza carta,  dove il nostro sapere è  stato per molto  tempo affidato alla pergamena miniata  letta ad alta voce anche nell'intimità, oppure ci meraviglieremo dei portaballe: quei messaggeri di frottole che hanno contribuito all'alfabetizzazione dei nostri bisnonni.

Qua e là  sui tavoli si possono sfogliare libri ed articoli sull’inconscio senza tempo, e divertirsi a perdersi un po’ seguendo quel genio di Magritte  che ricopia Madame Récamier  di David mettendoci la bara sulla dormeuse al posto della Signora.

Ritroviamo in un baule quella spregiudicatezza e quella libertà che  da  Bocca di Rosa  alla  Canzone di Marinella   in un vortice di polvere  gli altri vedevano siccità, qui all'ostello  noi vediamo in ciascuno un po’ di bimbo,  per lo meno  per quel tanto che si può ancora immaginare di una vita migliore, e coltivarla, allo stesso modo che il Suonatore Jones, uscito dalla sua antologia di Spoon River ci regala le ultime note  della sua libertà,  protetta dal filo spinato  per un fruscio di ragazza ad un ballo: così domattina forse qualcuno potrà incominciare a lavorare per  quella vita migliore, a partire da se stesso.

Alla magia dei sesti sensi, noi più umilmente, ma fermamente, lavoriamo alla magia della parola -così commentava Freud, dalla gnosi a noi – aggiungiamo: soprattutto quando  una parte del mondo abbindolato alla credenza inconsapevole apriva la strada ai Lager ed ai Gulag.

Qui all'ostello si continua a  leggere  Asparagi  e  Immortalità  dell'anima  di Achille Campanile, confortati dall’eccellente osservazione  di Pennac che comunque  i verbi amare, leggere e sognare non sopportano l’imperativo, -e nemmeno onorare.

Buoni pensieri

 


 

PSICOANALISI DOVE

psicoanalisi dove?

Che cosa è oggi la psicoanalisi? Come è mutata dai tempi di Freud?

Come si è estesa nel mondo? Quali sono le difficoltà che ha incontrato ed incontra?

Che cosa differenzia la psicanalisi dalla psicoterapia e da un intervento psicologico?

Esistono dei criteri oggettivi che permettono di stabilire ciò che è psicoanalisi, da ciò che è psicoterapia?

La psicoanalisi è il viaggio dei viaggi.

Non è appropriato parlare di metafora, perché l’uomo fuori dal linguaggio non esiste.

Come si può intraprendere il viaggio? Come si fa? Che cosa vuol dire muovermi in me stesso?

Quali sono gli accorgimenti e le condizioni per intraprendere quel viaggio che ho sempre cercato di non fare? Chi aggiro?  A chi la conto?

Perché un “vero” viaggio non può offrirmi, ciò che mi offre il viaggio dei viaggi?

Ricordo che  quando ho intrapreso un viaggio in primo luogo l’ho desiderato ed immaginato, e poi pian piano  l’ho costruito nella mente con l’aiuto delle cartine, degli strumenti e delle conoscenze appropriate, e solo per ultimo, solo quando nella mia mente c’è stata la convinzione, sono partito nello spazio.

Non ci sono forse stati nei secoli tante categorie di ciarlatani che hanno spacciato aria fritta per sostanze miracolose? Come ci difendiamo dagli imbroglioni?

Come si sceglie uno psicanalista?

Si dice anche di un viaggio quando vengono usate  sostanze stupefacenti.

Si dice di Freud che assumesse cocaina.

La medicina e la scienza non ci hanno fornito  strumenti più specifici per conoscere noi stessi?

Qual è il muro che separa il viaggio dei viaggi da un qualsiasi altro viaggio?

Come posso capire se sia conveniente per me affrontare una tale avventura che richiede  tanto lavoro e tanti soldi? E quali garanzie ho di riuscita? E se il viaggio non andasse bene in quale misura sono assicurato?

Dal retaggio più arcaico dell’antichità e del medioevo ci giunge eco del viaggio come superamento del pericolo e come purificazione interiore, ma da Colombo in poi il viaggio diventa l’occasione di conoscenza, sempre più vicino all’uomo moderno che viaggia per dimostrare la propria identità.

Ma in primo luogo la  ricerca della propria identità personale rilancia ed apre la ripresa a quel passaggio interiore che il medioevo aveva rinchiuso con una produzione culturale speculare, e dal quale ha preso le mosse il rinascimento.

Ma questo rinascimento non è più solo con l’uomo ideale al centro, oggi al centro ci può stare il soggetto che conosce se stesso e per conoscersi non potrà più fare né il gran  tour in Italia del settecento, né il viaggio alle Maldive con il tour operetor

Perché benessere è parlessere?

Perché la sensazione di vuoto caratteristica delle società dei viaggiatori verso l’esterno crea la necessità di un viaggio di ritorno verso l’interno, verso le origini di ciò che è stato lasciato alle spalle, nella nostra storia.

 


 

http://www.psicologo-gramaglia-torino.net/  

 
 
 
 
 
 

  

 

 
 
 

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Ultimo aggiornamento:  31-03-09