L'ANIMA SVELATA
Il nostro pensiero è la
nostra anima.
Alcuna anime curiose si
sono già recate all’Ostello dell’anima
accolte e salutate dalla musica di Fabrizio De
André di Anime Salve: mille anni al mondo
mille ancora / che bell’inganno sei anima mia /
e che grande il mio tempo / che bella
compagnia.
La serata spesso prova a
svelare un po' del bell'inganno a
partire dalla difesa del proprio diritto di
tentare di somigliare a se stessi.
Lentamente il viandante
viene rassicurato che può trovare la propria
anima quando proverà ad abbandonare i modelli
che gli vengono proposti, affidando a se stesso
la ricerca costante dell’espressione della
forma, qualunque essa sia.
Infatti non si può
sapere cosa si pensa, si può solo dire o non
dire ciò che è stato pensato. E va bene così!
Il viaggio in un sapere
un po’ diverso di solito incomincia sotto
l’egida del pensiero di Freud, che come il buon
Virgilio è lieto riaccompagnarci là dove
qualcuno ormai lo suo piacer prese per duce,
ma non necessariamente.
Attorno a questo motivo
il viandante fa suoi primi passi all’Ostello
dell’anima accolto nella sua storia.
Sorto per segnalare che
la salute psichica del soggetto è da ricercare
nella propria forma espressiva per potersi
soddisfare attraverso lo scambio con l’altro,
l’Ostello scova nella vita quotidiana e nelle
pieghe dell’ordinario il senso di un sapere
generatore, lontano dalle Università e dalle
Accademie.
Le tracce del lavoro
sono in molti luoghi: nella cura della nostra
scrittura, dove le maiuscole e gli ideali non
sono ben accolti. Nella cura dei mobili della
cantina, dove una bicicletta in legno fa bella
mostra di sé. Si può rintracciarne tracce nella
paziente cura della favolosa traversata nella
storia del libro, così come nella ricerca
geniale dell’arte figurativa che diventa il
motivo di interesse di vita.
E’ la tolleranza e il
rispetto per il pensiero dell’altro che la fanno
da padroni al Laboratorio di Formazione e
Lettura Psicanalitica – questa è la forma con le
maiuscole dell’ostello, dove lo psicanalista
conduce i dialoghi in un'atmosfera attenta ed
interessata.
All'ostello vengono
visitati i luoghi del sapere con animo vergine.
Le belle anime si possono accorgere, sfogliando
la Bibbia, di Noè ubriaco, o degli incesti del
figlio del re Davide con la sorella, e di Lot
con le sue figlie, o delle scopate con Tamara.
Scorrendo la storia del
libro ci sorprenderemo dei tanti secoli
trascorsi senza carta, dove il nostro sapere è
stato per molto tempo affidato alla pergamena
miniata letta ad alta voce anche nell'intimità,
oppure ci meraviglieremo dei portaballe: quei
messaggeri di frottole che hanno contribuito
all'alfabetizzazione dei nostri bisnonni.
Qua e là sui tavoli si
possono sfogliare libri ed articoli
sull’inconscio senza tempo, e divertirsi a
perdersi un po’ seguendo quel genio di Magritte
che ricopia Madame Récamier di David mettendoci
la bara sulla dormeuse al posto della Signora.
Ritroviamo in un baule
quella spregiudicatezza e quella libertà che da
Bocca di Rosa alla Canzone di
Marinella in un vortice di polvere gli
altri vedevano siccità, qui all'ostello noi
vediamo in ciascuno un po’ di bimbo, per lo
meno per quel tanto che si può ancora
immaginare di una vita migliore, e coltivarla,
allo stesso modo che il Suonatore Jones,
uscito dalla sua antologia di Spoon River ci
regala le ultime note della sua libertà,
protetta dal filo spinato per un fruscio di
ragazza ad un ballo: così domattina forse
qualcuno potrà incominciare a lavorare per
quella vita migliore, a partire da se stesso.
Alla magia dei sesti
sensi, noi più umilmente, ma fermamente,
lavoriamo alla magia della parola -così
commentava Freud, dalla gnosi a noi –
aggiungiamo: soprattutto quando una parte del
mondo abbindolato alla credenza inconsapevole
apriva la strada ai Lager ed ai Gulag.
Qui all'ostello si
continua a leggere Asparagi e
Immortalità dell'anima di Achille
Campanile, confortati dall’eccellente
osservazione di Pennac che comunque i verbi
amare, leggere e sognare non sopportano
l’imperativo, -e nemmeno onorare.
Buoni pensieri
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